Mistica diffusa

Mistica diffusa
Alcune esperienze sembra esulino dal pensiero e dalle idee. Questo può accadere a causa di droghe. Ricordo ancora un esperimento, condotto negli Stati Uniti d’America, quando durante un’intensa giornata liturgica (Giovedì Santo) in un seminario protestante furono somministrate delle droghe per “scoprire” l’effetto mistico. Evidentemente non è che io voglia parlare di questo.
Ci sono esperienze così penetranti nell’accostarsi a Dio, che la persona si trova immersa in un’atmosfera particolarmente luminosa e travolgente, da “estasiare”. Si tratta di esperienza che usa definire mistica.
Nel mio piccolo scorribanda scientifico dentro la fenomenologia delle religioni, mi pare d’aver costatato come tale esperienza particolare si può rilevare in molte religioni. Cito solo alcuni nomi: Teresa d’Avila, Angela da Foligno, Rabija.
Questa consonanza di esperienze, può essere descritta dalle interessate in modi diversi, secondo l’ambiente culturale delle singole persone, ma, a osservare attentamente, la sostanza è affine.
L’esperienza mistica (comunque la si nomini) è una possibilità e una dotazione della semplice persona umana, un’esigenza della psiche. Eppure non è soltanto un semplice portato umano, scisso dalla radice creata della persona. Se è radice creata, è frutto del Creatore, o, se così torna meglio, dello Spirito Creatore. Sotto questa luce, si può anche dire che è una misteriosa, perciò reale, dotazione dentro ogni uomo, che ogni uomo prima o poi può sperimentare.
18.05.17