Oggetto di fede

Oggetto di fede
I Vangeli sono scritti con uno scopo chiaro, espresso con preci-sione, in una conclusione del Vangelo di Giovanni: “Queste cose sono state scritte, affinché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e, cre-dendo, abbiate la vita nel suo nome” (Gv 20, 31). L’intenzione dell’Evangelista è quella di far credere non all’uomo Gesù, ma a Gesù Figlio di Dio. L’uomo è ricordato in quanto è presenza di Dio. Fede nella divinità di Gesù. L’Islam si fida dell’uomo Maometto. Il cristiano nutre la fede nel Gesù, Dio, Figlio di Dio.
Purtroppo, meditando nel Vangelo (il Vangelo si medita, non si legge meramente), molti si fermano a considerare la cornice, trascuran-do il dipinto.
Cornice: luoghi, tempi, stile, psicologia delle persone. Mi sovviene che, anch’io da giovane cercai di scoprire la psicologia dei vari attori, e scrissi un testo su “Coloro che l’incontrarono”. Cercavo le analogie di Maria, Pietro, Natanaele, ecc., con la mia e con la nostra psiche. Gli e-vangelisti non si interessarono del conto in banca di Zaccheo, ma di ciò che Gesù disse e fece a Zaccheo, per intuire Gesù.
Ci sono dei comportamenti di Gesù, che sono affini ai nostri: Ge-sù che casca dal sonno in fondo a una barca, o Gesù che ha fame, e perfino Gesù che, irritato, caccia i mercanti dal tempio. Però ci sono pa-role sublimi e fatti, che non sono analoghi al nostro agire, e che svelano in lui una qualità diversa, quella che richiede la nostra fede. Per esempio a nessuno di noi è accaduto di infondere acqua in un contenitore e poi di attingerne vino. Qui c’è la docsa, la gloria, e a questa credono i discepoli.
08.02.19