Operai precursori

Operai precursori
Preparate la strada al Signore, rettificate le sue vie.
Questa è l’indicazione rivolta soltanto al precursore Giovanni Battista, oppure è un’indicazione più vasta nel tempo e nello spazio?
Forse tutti noi siamo i precursori quotidiani di Gesù nel mondo d’oggi. Essere precursori è essere operai stradali, che curano la strada di Dio, rendendola più diritta, ossia facilitandola.
È impegno delle religioni di tenere le divinità (spesso temibili) a distanza, con sacrifici, più o meno cruenti. Le religioni si impegnano a tenere separato il recinto del “sacro”, mettendo a sua custodia sacerdoti e asceti.
Gesù, incarnato, non fa parte del sacro, separato dagli uomini. Il sacro e il santo, secondo le religioni, sono il segno di separazione: di qua l’umanità, di là la divinità, o le divinità, che forse si divertono nell’Olimpo.
Gesù rompe i confini di ogni recinto sacrale, anche di quelli spuntati nel seno dei cristiani. Egli ha infranto i confini, unendo in sé, la regione degli uomini e il seno del Padre.
Gli operai stradali, precursori del Cristo, sono costituiti per educarsi e per educare a spianare la via per l’arrivo di Gesù. Non più precetti o operazioni gravose.
Con Gesù, il cristiano (a cominciare dal Papa) ripete: “Venite da me voi che siete affaticati e boccheggianti, e io vi ristorerò”. Come? “Imparate alla mia scuola dove impartisco la verità, imitandomi, che sono mite e umile nell’avvicinarmi a voi, e la mia presenza produrrà pace nella vostra vita.