Pace nel mistero

Pace dal mistero
Soltanto Gesù è il “culmine” di ogni profezia e di ogni profeta, antecedente a lui e susseguente a lui.
Chi abbandona Gesù, per seguire qualsiasi altro profeta, religioso o filosofico, decade dalla luce piena e invisibile, a un lumicino talvolta ben visibile, perché circoscritto. È questa la sfortuna, anche oggi, di coloro che non trovano più “gusto” nelle parole di Gesù, e cercano altri pascoli, occidentali oppure orientali.
Gesù ci aiuta, affinché noi si possa passare dalla paura del mistero che avvolge Dio e la creazione tutta, all’accostamento al mistero, alla sicurezza che ci viene dal mistero, e alla gioia per il mistero.
Sì, il mistero ci rende sicuri e tranquilli, quando appuriamo che quel mistero concerne Dio, e allora gli ci affidiamo.
La contemplazione cristiana, non è un abbandonarsi a qualche cosa di indefinito e impalpabile, ma nell’accetazione cosciente e amante del mistero di Dio, ossia di Dio, nostro Padre mistero.
La contemplazione nostra non è abbandonarci a qualche cosa di indefinito, come la fase prima del sonno, ma a qualcuno di infinito, che non può essere abbracciato da nessuna meditazione trascendentale, ma semplicemente abbracciato per quanto di lui è recepito nei nostri limiti: la contemplazione cristiana di Dio, richiede l’accettazione umile dei nostri limiti. L’abbandonarci a lui non ci dilata oltre i nostri limiti, però questi sono completamente riempiti, nella loro piccolezza, dalla presenza di Dio.
19.04.18