Paura bivalente

Paura bivalente
Amore e odio. L’amore accosta, l’odio allontana. Nel confronto di due individui, amore e odio sono poli estremi. Si trova una posizione intermedia, che non è né amore, né odio, ma può spingere o all’amore o all’odio. Questa posizione è la paura.
L’incontro tra due persone non è mai incontro di pieno amore, soprattutto quando due persone si incontrano la prima volta. Esse, perfino senza accorgersene, scrutano l’altra, e sono in posizione sospesa: è semplice paura dell’altra: che cosa mi verrà da lei.
Se l’altra persona ha potere, anche solo esterno, allora la paura si fa guardinga, in qualche modo armata. Questa situazione può perdurare una vita. Quindi il rapporto non potrà essere di amore, e non è neppure di vero odio: è un rapporto di sfiducia, ed è un incedere tra le uova.
Oggi (e sempre) la paura serpeggia tra la gente e nei nostri cuori. La paura è uno stato precario, sempre pronto a lanciarsi nell’amore o innestare ostilità. Dipende molto dall’ambiente.
Se l’uomo o la donna paurosa trovano accoglienza si sciolgono e si aprono all’amore. È il caso di molte persone all’incontro con Papa Francesco. Se essi notano freddezza oppure ostilità, si armano di ostilità e anche di odio. L’ostilità o è un portato dell’odio oppure porta all’odio.
La missione di Gesù è quella di aprire all’amore. “Non abbiate paura, non temete”: Cristo affabilmente rassicura e avvia all’amore. Non paura di castigo (“Non sono incaricato di condannare”), ma confidenza aperta all’amore (“Sono venuto per salvare”).
Salvezza: indirizzare qui le nostre paure.
26.02.16