Peccato imperdonabile

Peccato imperdonabile
Sappiamo che, per il linguaggio dell’Antico Testamento il termine “nome” è parafrasi di “Dio”: è Dio detto in altro modo. Il teologo W. Kasper titola un suo libro conosciuto “Il nome di Dio è misericordia”: dove il nome è parafrasi di Dio, e misericordia è a sua volta parafrasi del nome. Nel Vangelo si dice che Dio è verità, non usa la verità, perciò quando Gesù dice di sé “Io sono la verità” si dichiara Dio. Nella prima lettera di Giovanni leggiamo: “Dio è luce”. E pure: “Dio è Amore e chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio in lui!”.
Tutta questa profusione di misericordia e di amore, sembra tristemente scontrarsi con una chiara dichiarazione di Gesù: “Colui che avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non avrà remissione in eterno, ma sarà reo di peccato in eterno! (Mc 3, 29). Se la misericordia è il nome di Dio, e la misericordia che “volentier perdona” si arresta davanti al peccato contro lo Spirito Santo, e ne è limitata, anche Dio patisce dei limiti? Evidentemente no.
Il peccato contro lo Spirito Santo, è il peccato contro la verità di Dio conosciuta e rifiutata, è cioè una pretesa di opporsi a Dio, e quindi di rifiutare proprio il Dio che perdona, e che sente rifiutare il suo perdono.
È un peccato non perdonabile, perché l’uomo si oppone al perdono, non perché Dio non possa perdonare. Il contesto, nel quale Gesù espresse quella frase è lampante. Gesù aveva cacciato un demonio: solo Dio ha tale potere, e quindi l’episodio chiaramente mostrava la presenza di Dio. E gli scribi affermano: è opera di Satana. Opposizione chiara alla “Verità”.
14.06.18