Risurrezione

Risurrezione
Il dubbio è segno di un’attività intellettiva in movimento. Ogni dubbio. Il dubbio non è una stazione di conquista, ma una spinta a cercare, a investigare.
Purtroppo, soprattutto nelle faccende che riguardano Dio, per molti il dubbio è la fermata conclusiva, ed esso si corrompe ripiegandosi su se stesso e diventando affermazione. Tutti conosciamo il più esiziale dei dubbi: “Dubito che Dio esista, quindi Dio non esiste!”. Un dubbio legittimo, che diventa affermazione illegittima. È come costruire un ponte su piloni traballanti. Ho visto che alcuni si fermano sul proprio dubbio circa la Risurrezione per affermare la certezza dell’impossibilità della stessa Risurrezione. Questo fenomeno non è recente. Anche ai tempi di Gesù, c’erano i sadducei “quelli che negano l’esistenza della risurrezione dai morti”. Questa posizione era sostenuta dalla classe dominante e ricca (ci voleva!). I poveri, anche per bocca dei farisei, si fidavano della risurrezione.
Poi arriva un certo Gesù, il quale non solamente afferma ripetutamente l’esistenza della risurrezione, ma anche ne dà un clamoroso esempio, risorgendo lui stesso.
Dopo di lui, c’è anche un Paolo, che è talmente certo di risurrezione, che la vede già operante nei credenti e sfociante per tutti alla fine dei tempi. Per tutti, anche per i non credenti. “Tutti risorgeranno, i credenti per la vita, i non credenti per il giudizio”.
Per i dubbiosi vale una considerazione: anche la fede sicura nella risurrezione non sempre è un lampo improvviso definitivo, ma una conquista quotidiana, come è proprio della fede.
19.06.18