Santità nel ventre

Santità nel ventre

L’angelo, che è l’annuncio di Dio, quando annuncia a Manoach che la moglie Elisabetta doveva avere un figlio (Sansone), raccomanda una gravidanza igienica, poiché la missione del figlio cominciava nel ventre materno, dalla serietà e dall’igiene della gestazione.

L’angelo Gabriele, quando avverte Zaccaria che la moglie stava per essere ingravidata di Giovanni, raccomanda una gestazione attenta e sana.

Si desume che già da allora, pur senza le recenti ricerche psicologiche, si era certi che già durante la gravidanza si inizia l’educazione diretta dei figli.

Nei casi ricordati dalla Scrittura, si nota come Dio attiva la sua opera di sanificazione e la realizzazione della funzione salvifica delle persone, già dal grembo materno. Posizione divina molto diversa da quella di colei che afferma essere l’ovulo fecondato un mero grumo di sangue. Questa posizione accusa in chi la dice, un’ignoranza netta di conoscenze mediche, genetiche, psicologiche e di fede.

Già nel grembo materno sarà chiamato santo (ossia, nel linguaggio ebraico: ne avrà l’essenza divina). All’amore di Dio non sfugge neppure un istante della vita dei suoi figli.

Fortunati quei bimbi che, durante la gravidanza, hanno sentito piovere sulle loro teste in formazione la rugiada della preghiera materna! Quella preghiera li stamperà di fede per tutta la vita, perché si accorgeranno sempre di essere figli di Dio.

Però possono sperare anche i figli di madri perverse o atee. Il salmo ci mette in bocca speranza: “Padre e madre mi hanno abbandonato, ma tu, Signore, mi hai accolto”.  GCM 19.12.13