Scadalizzati per lo scandalo

Scandalizzati per lo scandalo
È fatale che avvengano gli scandali, ma guai a chi li provoca (Mt 18, 7).
Lo scandalo è provocato da chi erra, però esiste uno scandalo subdolo, raffinato e perciò più intenso, provocato da chi propaga la noti-zia dello scandalo con il nascosto e intenso piacere di esporre lo scandalo per giudicarlo. Da questo perverso e nascosto piacere dello scandalo, può non essere esente anche chi si trincera sotto la maschera del “dovere” di cronaca.
Chi riferisce di uno scandalo, scandalizza chi ascolta.
Il questi giorni la stampa sembra compiacersi nel rilevare l’omosessualità del clero, alto e basso. Prima di tutto sappiamo che solo colui il quale è senza peccato può scagliare la prima pietra. Però senza peccato è Dio, e Gesù divenne uomo in tutto fuorché nel peccato. Solo il Padre e solo Gesù sono autorizzati a scagliare pietre. E, guarda caso, il Padre cristiano è misericordioso, e il Figlio patisce per ricuperare i pec-catori.
Gli errori degli altri sono ricordati da noi in due maniere: con la misericordia o con la condanna che giudica. “Poverino, anche lui ha sbagliato” (e in quel “anche” ci siamo dentro tutti noi!). “Disgraziato che ne combina di tutte!”. Misericordia: poverino. Giudizio: disgraziato.
E Gesù che insiste: “Non condannate, e non sarete condannati”.
Forse, tra le altre riflessioni, può essere utile, prima di tutto di-stinguere la tendenza omosessuale, dalla pratica genitale omosessuale; poi il dovere cristiano di aiutare chi sbaglia, perché resta sempre nostro fratello.
14.02.19