Servire non comandare

Servire non comandare
Ogni rapporto umano, correttamente vissuto è servire. Gesù vive il suo servizio nell’amore. Il rapporto umano, reso servizio, deve essere intriso di amore e di carità, per non pervertirsi.
Il calzolaio serve, la lavandaia serve, l’insegnante serve, il prete serve. Spesso il servizio è intrinsecamente amore. La mamma che ac-cudisce al suo nato, lo fa perché ama ciò che è suo.
Il poliziotto serve l’ordine pubblico, il magistrato serve non la giustizia astratta, ma la vita di quella persona, che lui ha il compito di giudicare.
Ogni rapporto umano, l’universo di rapporti umani, è destinato al servizio. Con quale atteggiamento: di aiuto servizievole o di pretesa di comandare? Anche la cosiddetta carità (elemosina) è una relazione umana. Eppure da servizio (aiuto) può trasformarsi in umiliazione (tu, aiu-tato sei inferiore a me). Qui non avviene la cosiddetta carità pelosa, che guarda solo la quantità dell’offerta, ma la sottolineatura di piani sociali.
Lo scivolamento dal servizio al dominio si avvera, perché subentra la percezione del “tu non hai, io ho”. Purtroppo la storia della Chiesa è emblematica per osservare questo scivolamento. E tale scivolamento non si trova nel dominio di organizzazione e di ricchezza pecuniaria, ma anche in un settore delicatissimo: “Io posseggo la forza della divinità e perciò ti domino!”.
Gesù aveva avvertito i suoi ed avverte continuamente noi. Incaricati da lui ad aiutare l’uomo nel trovare il giusto rapporto con Dio, ci si è dimenticati che i grandi della terra dominano … voi no!
21.01.19