Sfarzo o fede?

Sfarzo o fede?
È facile confondere il numero con la grazia. Si dice: “Oggi sono venuti in molti alla Messa”. Questo è indice di partecipazione e di grazia e di salvezza, oppure è un semplice stuolo che “assiste” a uno spettacolo forse insignificante per molti dei presenti? Ho perfino udito “meno messe e più messa”: il più messa non era un più fede, ma un più numero.
Gesù l’Eucarestia (l’unica della sua vita!) la visse con una dozzina di persone. La moltiplicazione del pane fu vissuta da migliaia di persone; l’inizio dell’Eucarestia da una dozzina. Forse ancora una volta “piccolo è bello”.
Davanti a Dio “la forza del cavallo non salva” – come recita il Salmo. L’esercito non salva, mentre il nome del Signore vince e guarisce. Davanti alle situazioni eclatanti solamente i poveri di spirito possono esaltarsi.
Eppure anche il numero ha il suo valore. Non di sostanza, ma di notizia. Il numero dice se il numero sa.
Allora si fa tutto nell’intimità? L’intimità è un valore. Gesù raccomandava di pregare di nascosto, perché lì il Padre vede. Mi sovvengono certe chiese dell’Alto Adige, dove era riservato vistosamente il posto per il conte del luogo. Di solito quel posto (genuflessorio e cattedra) era posto davanti, presso l’altare, affinché i presenti se n’accorgessero.
Forse anche certe vesti sgargianti sono più un’esaltazione dell’indossatore, che un modo di lodare Dio con il cuore. Penso ancora al Cenacolo. Gesù ha lavato i piedi, non ha comandato tight per la cerimonia. Quel pane e quel vino erano là, assieme con le cibarie. Gli apostoli portavano le vesti del giorno. Eppure si avverava un mistero, del quale ancor oggi noi saporiamo la dolcezza.
29.12.17