Silenzio di Dio, e per Dio

Silenzio di Dio, e per Dio
Il silenzio di Dio è un dono oppure è una iattura?
Può Dio non parlare, Lui, che include in sé il Logos eterno? E allora esiste il silenzio di Dio, oppure è forte la nostra sordità davanti a Dio, tanto che davanti alla frequente, eterna, parola di Dio, ci è comodo far costantemente gli orecchi da mercante?
Il silenzio di Dio, in realtà è la nostra incapacità, o il rifiuto, di sintonizzarci con Lui?
A noi sembra che Dio, nella sua Parola eterna, stia in silenzio, perché pretendiamo che Dio usi soltanto le “nostre” parole per capirlo? Ma è poi vero? Infatti quando il Logos divenne carne (nostra carne, con la nostra bocca e con le nostre orecchie) e parlò chiaramente, fu addirittura accusato di bestemmiare. Ci fa esiziale comodo udire solamente le parole, che confermano i nostri vizi e la nostra ignoranza. La iattura sta nel nostro non voler accogliere la Parola di Dio, in Gesù, nelle sue azioni, nelle sue parole.
Allora ciò che noi descriviamo come silenzio di Dio, è il nostro non ascoltare, che può diventare dono: il dono di “attendere nel silenzio la salvezza di Dio” (Lam 3, 26). È l’occasione non di sollecitare un suono di voce qualunque, ma di rendere il nostro silenzio ancor più silenzioso, per lasciare libertà a Dio di parlare come a Lui piace, e di chiedere a Lui di diventare capaci di cogliere, con il cuore, l’eco della sua parola.
L’eco della Parola di Dio, è il farsi carne del Logos, perché in Lui ci ha detto tutto e Lui ci ha dato tutto (Rm 8, 32). Il silenzio è il luogo preferito da Gesù, quando si apriva alla preghiera.
20.12.18