Sognare, ma non inutilmente

Sognare, ma non inutilmente
La democrazia è bella, perché offre dei diversivi. Quando vigeva il regime fascista (io sono testimone autentico, perché indossavo la divida di balilla!) le elezioni non ci facevano sognare: erano tutte un copia e incolla. Adesso la scena cambia. Sembra di entrare nel sogno, quel sogno che si squaderna nel periodo pre-elettorale. Possiamo sognare un po’, perché ci viene promesso l’Eldorado, soprattutto da chi non sta al governo, ma prospetta cambiamenti celestiali, idilliaci. Il divertimento, la goduria sono assicurati. Poi? Lasciamo il poi, che tanto lo conosciamo, e rischia di farci dimenticare i sogni.
Non solo la politica, ma anche ogni forma di propaganda e di pubblicità sono congegnate in modo da eccitare il sogno, riempirci di emozioni e svuotarci le tasche.
E la pubblicità religiosa? Anche quella promette pace dell’anima e sicurezza di una specie di salvezza nel tempo, quaggiù.
In controtendenza si pone Gesù: “Dovrete soffrire! Però alla fine il vostro patimento si muterà in gioia!”. È controtendenza oppure è il solito carrozzone, infiorato di belle parole e di belle speranze? Speranze illusorie?
La stessa avventura di Gesù, è un esempio testimoniale della sua controtendenza: prima il Calvario poi la Risurrezione. Un Calvario guardato in faccia: Mi tortureranno e mi consegneranno alla morte. La tortura e la morte non edulcorate, come certe tecniche orientali che offrono mezzi per evitare le sofferenze.
In Gesù c’è una stranezza: parla di sofferenza e di morte, con una serenità disarmante. Per comportarsi così vantava un segreto: “Il Padre è con me!”. Il Padre è con noi?
23.01.18