Trascurare le fonti

Trascurare le fonti
Proprio stamani parlavo con un signore, che si proclamava fedele, ma che conosceva quasi a memoria un libro di quasi-devozione, del quale ora mi sfugge il nome. Mi sovveniva impellente il ricordo dei fan degli scritti della Valtorta, come si erano diffusi, una quindicina di anni fa. Conoscenza famelica dei libri della Valtorta, dimenticanza e inedia del Vangelo. Una scelta dei “derivati”, e dimenticanza della fonte.
Compresi anche perché quel signore, a me caro, restava ancora abbarbicato alla superata concezione del Dio severo e duro, in quanto Padre, e del Gesù buono in quanto Uomo.
Non gli passava neppur lontanamente per il capo che il Gesù è buono proprio perché, come affermava, “Io e il Padre siamo un tutt’uno!”. La non conoscenza del Vangelo produce ignoranza delle cose essenziali, e tale ignoranza, purtroppo, guida il sentire e la vita di molti che si dicono cristiani cattolici. Senza il Vangelo, è facile scivolare nel peccato, soprattutto nel peccato di infedeltà.
Anche il trascurare il Vangelo è una non trascurabile infedeltà a Gesù. Se è vero che l’Eucarestia, il Vangelo e il mistero della Chiesa sono i modi in cui Gesù è “realmente” presente in noi Chiesa, trascurare il Vangelo e l’Eucarestia è trascurare Gesù, essergli infedeli.
Pochi sono convinti che l’infedeltà è un peccato. Ammettono, sì e no, che è peccato l’infedeltà tra coniugi, perché tra loro urge il vincolo del contratto matrimoniale. Eppure l’infedeltà a Gesù e al Padre, non è certo una minuzia trascurabile. Tutto l’Antico Testamento è zeppo di rimproveri che Dio rivolge al suo popolo a causa della sua infedeltà!
GCM 26.04.17