Umili come?

Umili, come?
Iniziare dal basso. Solo così la costruzione regge.
Una volta si indicava che il basso, la base, era l’umiltà, ossia l’humus, la terra. Si pensava che, per essere virtuosi, era necessario basare tutto sull’umiltà, sul nostro essere poveri, e riconoscerlo. Poi si poteva costruire per le altre virtù. Virtù, ossia la vis, la forza dell’uomo destinata a crescere. Era l’esaltazione della virtù umana, la quale la stessa persona faceva crescere, ma sempre con l’aiuto di Dio. Dio a servizio del nostro sforzo più o meno eroico.
Gesù si trova umile, perché si trova semplicemente uomo, è “colui che è venuto da Dio”. Umile, illuminato dalla luce infinita, ma sempre umile. Però la sua umiltà viene dall’essere quell’uomo, che Dio ha voluto.
Paolo: voi prima della fondazione del mondo, eravate presso il disegno di Dio.
L’aspetto dell’umiltà non è il riconoscerci noi poveracci, ma il riconoscere che tutto dipende da Dio. È Dio che ha guardato l’umiltà della sua serva.
La cifra base dell’umiltà cristiana, non è l’esaltazione del nostro nulla, ma il riconoscere semplicemente che siamo fattura di Dio, amata da lui. L’umiltà del credente non è considerazione della pochezza umana, ma della grandezza dovuta tutta alle sole mani di Dio. L’umiltà cristiana non guarda la bassezza umana per deprimerci, ma l’opera di Dio che ama, e che crea in noi riconoscimento e riconoscenza. L’umiltà cristiana è, quindi, intrisa di amore riconoscente.
Si inizia dalla base: dal nostro essere creati e amati e quindi riconoscere che ogni nostra potenzialità non viene da noi, ma da Dio. È un’umiltà che non si denigra, ma che si esalta nel Padre, che ci ha fatti.
28.06.17