Unione e unità con Gesù

Unione e unità con Gesù

Gesù, il nostro fratello Gesù, ha purificato dal peccato ogni uomo. Egli ha agito per gli uomini oppure con gli uomini? Ossia: ha buttato la sua salvezza sugli uomini, oppure si è salvato con gli uomini?

È lui consorte di tutta l’umanità. È consorte della mia giornata, della mia gioia e della mia pena. Si è assunto i peccati nostri, o si è trovato con i nostri peccati, poiché nostro fratello. I peccati miei non li ha commessi lui, ma lui si è unito ai miei peccati per superarli nella sua vita, nella sua croce e nella sua risurrezione. Il mio peccato non gli è stato caricato addosso, ma se l’è trovato in sé, quando divenne uomo. Paolo ci avverte che Dio lo fece peccato! Sì, Dio lo fece uomo.

Come uomo, inserito nell’intelaiatura umana, da noi ricevette il peccato. Ed ecco il reciproco: Dio in lui annullò il nostro peccato, e tale annullamento lo perpetuò nella sua Chiesa: “Ricevete lo Spirito Santo, ciò che perdonerete sarà perdonato, ecc.”.

Da Gesù uomo, io non mi posso più staccare, nessun uomo può staccarsi. Da qui il dono del perdono per chi accetta il proprio essere “cristico”, e il rimorso per chi lo rifiuta: anche il rimorso o “l’inquietudine” di agostiniana memoria, è dono di Dio, largito a ogni uomo, tramite l’uomo Gesù Salvatore. Gesù ha potuto esser salvatore (Lettera agli Ebrei), proprio perché uomo, in connessione con me, e con ogni altra persona.

Il mio essere morto e risorto in Gesù non è fantasia, ma necessità di natura. Alla mia povera libertà (limitata e ferita) è offerto il compito di accettare senza condizioni l’essere uno con il Cristo.

31.03.18