Venga il tuo regno

Venga il tuo regno
Se vivo di te, vita da vite, non mi meraviglia che io sia destinato a risorgere.
Paolo mi ricorda che risorgeremo tutti, chi per la vita eterna, e chi per essere giudicato (condannato? speriamo che non accada a noi, che volentieri accettiamo di essere i tralci di Gesù e di goderne la grazia).
La vita comunicata dalla vite ai tralci, pur essendo un deciso in-serimento nella vita di Dio, non ci fa vivere a un metro da terra. Anzi ci rende ancora più terreni, perché “il Logos è divenuto carne” e perciò noi abbiamo attinto alla sua pienezza.
Io cammino, e non mi accorgo di vivere nell’eterno, di eternità sono timbrate tutte le mie azioni, i miei risultati, le imprese di ogni istante della vita. Sono tutti permeati di eternità. Alla fine non è necessario che io mi presenti a S. Pietro tenendo in mano il mio notes di opere buone (i fioretti?) da esibire per essere ammesso nell’emiciclo del Paradiso. Io mi ritroverò nell’al di là, dove mi incontrerò con tutto il mio passato, perché intriso della vita, iniettata in me da Gesù. Mi incontrerò non solo con quel po’ o tanto di bene operato, ma anche con il male trasformato dalla mi-sericordia di Dio.
Quanta riconoscenza e quanta commozione desta in me questo impensabile inserimento in Gesù! Forse mi pare di intuire quella frase che ripeto più volte al giorno: “Venga il tuo regno!”. Questo lieto imperversare della vita di Dio, tramite Gesù, verso di me, verso i miei cari, verso la Chiesa corpo di Cristo, verso il cosmo creato da Lui!
31.01.19