Vita precaria o donata?

Vita precaria o donata?
Sì, la nostra vita è un “prestito” da Dio: ci vien data, ci vien tolta. Eppure questo non siamo tutto noi stessi. Siamo sempre presso Dio, il quale ci dona la vita, e poi ci dona la risurrezione. Sembra che prima della vita e prima della risurrezione, Dio ci doni l’essere noi, davanti a lui.
Qualche cosa di analogo ci viene suggerito dalla Genesi. Dio all’inizio crea la luce, poi dopo crea il sole. Per noi la luce è quella del sole, o degli astri. Non conosciamo altra luce. Eppure c’è un’altra luce (quale?), dopo la quale arriva il sole.
Sembra che così avvenga (come?) di noi: la vita viene data: a chi? La risurrezione è data: a chi? A noi? Allora noi iniziamo con la vita, ossia siamo la vita? Se noi siamo la vita, con la nostra morte non siamo soltanto privati della vita, ma cessiamo di essere noi.
Ma contro questo annullamento (sebbene anche l’annullamento è, esiste: ma come?), ecco in Gesù, e per lui a noi, la Risurrezione. Lui ha affermato: “Io sono la Risurrezione e la vita”: Una vita, che attende la risurrezione, e una vita che, grazie all’opera dello Spirito, diventa risurrezione.
Comunque il problema si rigiri e la riflessione si spinga, resta sempre la luminosa certezza che siamo nelle mani di Dio, di quel Dio, che è e che fa essere. Il nostro riflettere si confonde, forse si estingue nel tuffarsi solamente in Dio. La fiducia, figlia dell’amore che si abbandona, è un ulteriore dono di Dio, nello Spirito.
14.01.2016