L’aiuto del Padre

L’aiuto del Padre

Quando le cose scorrono lisce e tranquille, viviamo sereni.
I marinai, però, dimostrano la propria maestria non tanto nella bonaccia, quanto piuttosto durante la tempesta.
Così è anche per la nostra fede. Gli scossoni ci turbano anche nel nostro modo di nutrire la fede. Eppure sono le crisi (piccole oppure esistenziali) che saggiano la consistenza del nostro credere.
Comunque, spesso nelle difficoltà o nelle prove, sorge spontaneo il nostro modo di rivolgersi al Padre per ricevere aiuto. La prova è provvidenziale per scuotere la nostra fiducia nel Padre. Ed ecco anche la provvidenzialità della prova: un ravvivare la fede.
Se sei nella prova, prega; se sei nella serenità, salmeggia: questo ci indica Agostino.
Forse ci dimentichiamo di salmeggiare (ringraziamento e lode) durante la serenità, e quindi nella prova o ci dimentichiamo di pregare o ci disperiamo.
La prova – soprattutto le tenebre riguardo al credere – non è una disgrazia, ma uno svegliarino per la preghiera, per la fede, per la fiducia nel nostro Padre.
Si attua l’opposto di quanto scrive il poeta latino: se le cose procedono bene, annoveri molti amici; se avviene la disgrazia scappano tutti. Infatti nella prova il Padre si fa più vicino. È sufficiente aprire gli occhi per vederlo.