L’incontro

L’incontro
Moviamo da una osservazione molto terra terra. L’ovulo femminile e lo sperma maschile, di per sé, sono infecondi. Diventano fecondi nell’incontro: l’uno rende fecondo l’altro e si fa fecondare dall’altro solamente nell’incontro. Dio maschio e femmina li fece e gli comandò di crescere, di moltiplicarsi, di riempire e dominare la terra. Dopo l’incontro diventano i dominatori, prima, nel Paradiso terrestre restavano infecondi, la gioia del piacere di vivere era ancora da compiersi.
Purtroppo Adamo ed Eva, anziché pensare e provvedere a essere creature feconde, presumevano di staccarsi dall’umanità per diventare “come Dio”. La trasgressione però li riportò alla semplice misura umana, destinata a produrre cose grandi, questa volta però nella sofferenza.
Fino a che l’uomo non incontra la sua donna, rimane infecondo.
E i celibi? Sono infecondi? Oppure essi sono destinati alla fecondità, proprio grazie all’incontro? Evidentemente esiste un incontro non necessariamente genitale. “Non conosco uomo!” dice Maria, che pure era “fidanzata a un uomo di nome Giuseppe”. I due sono fecondi sia per il dono divino di un figlio, sia per un accordo su quel figlio: “Tuo padre e io eravamo angosciati”. Fecondi anche nella sofferenza condivisa. Sofferenza che segue l’accordo nella preghiera: tutti e due s’erano recati al tempio.
È necessario lasciarsi completare dall’altro sesso per diventare produttivi e vivi. Quale completamento? Il più importante completamento accade per opera dello Spirito, nella fede e nella preghiera.
E se la Quaresima fosse un invito all’incontro secondo Dio? Incontro di perdono e di gioia in Dio?
05.01.18