Piena di gioia 1

Piena di gioia 1
Nelle nostre situazioni di gioia, riesce naturale il vedere come nel Vangelo fiorisca frequentemente la gioia, come in primavera le margherite nei prati.
Qui mi piace ricordare una pagina di gioia: quella gioia che rimane un po’ offuscata, quando le parole del Vangelo diventano preghiera, con la dizione latina o con quella italiana. Mi riferisco alla notissima “Ave Maria”.
Il greco recita, press’ a poco così: “Rallegrati, o piena di gioia, perché con te è il Signore”. L’angelo vuol contagiare Maria con quella gioia di cui è stato contagiato lui, nell’apprendere il piano amoroso di Dio per gli uomini.
A questa inondazione di gioia, Maria di primo acchito si spaventa.
L’angelo gioioso la rassicura: ”Non spaventarti, perché qui si tratta proprio di Dio!”.
Maria, l’ebrea credente, non può adeguarsi alla gioia, quando percepisce che si tratta proprio del Signore, Dio di Israele. L’unico passo che una ebrea può fare davanti al Signore, è quello di obbedire come schiava.
E parte per il viaggio. Nel tragitto elabora quel “Rallegrati!”, lo elabora così bene, che esso sfocia nello scoppio del “Magnificat”. Un inno di gioia. E gioia non poteva che uscire dalla bocca di una donna piena di gioia.
Investita da Dio, pregna di Dio, era naturale il suo riconoscere grande Dio, gioire (esultare) nel Dio, ormai sicuramente “mia salvezza”!
Il Signore è con te: quindi in te è la gioia. Perché noi offuschiamo la gioia di Dio in noi?
13.09.18