Missionari

Missionari
Ai tempi del colonialismo sfacciato e diretto, prima della seconda guerra mondiale, si diceva: dopo la spada arriva la croce. La spada era una conquista armata dei territori “arretrati” dove entravano i missionari cattolici e protestanti. Ora invece, nel nuovo colonialismo, subdolo e molto efficace della conquista del mondo dalle multinazionali, non si parla della croce. Tutto il mondo sta diventando colonia delle multinazionali, ma questo è un colonialismo tanto soft, che i coloni o coloniali, non soltanto non si sono accorti della propria schiavitù, ma la esaltano, avvinti dalle sue spire vellutate.
Ora i perseguitati meno fortunati, stanno creando esodi disperati verso quello che essi immaginano il benessere. E poi si trovano ad attraversare un mare che li uccide o le nazioni, affogate nel troppo benessere, che li respingono.
Evidentemente il benessere di noi borghesi e della nostra “carità e umanità” che i nostri testi e le nostre televisioni presentano, respingono, per evitare le noie dell’accoglienza.
C’è un fenomeno, dimenticato dai grandi della terra, e snobbato dalle multinazionali, che prende il nome di “missioni” e di volontariato per il “terzo mondo”. I missionari portano in questo terzo mondo, la luce di Cristo e l’educazione alla promozione umana, con anche il risultato di creare in loro quel piccolo benessere, che dissuade i disperati dall’attraversare il Mediterraneo, davvero impervio.
Così i missionari operano, e trattengono nel loro territorio i probabili fuggiaschi. Con il risultato, anche sociale, di creare il benessere là, e di evitare le noie qua.
05.05.16