Proiezione o scoperta

Proiezione o scoperta

Mi è stato chiesto: tutto ciò che diciamo riguardo a Dio, è mera proiezione? Ossia attribuiamo a lui quello che noi pensiamo di lui, oppure il rapporto non è proiettivo, anche quando scopriamo nuove sfaccettature nel conto di Dio?
Nel nostro rapporto con Dio, corriamo anche il rischio di affermare di lui, ciò che noi immaginiamo: e qui si tratta di proiezione. Però esiste anche una scoperta progressiva della sua infinita realtà.
Ricordo quello studente delle superiori, che doveva assistere a un dramma teatrale per riferire poi in classe.
All’inizio colse il significato (non completo) del dramma. Ritornato ad assistere ne scoprì il valore morale. Dopo ancora, sotto l’influsso di una lezione di disegno, l’occhio gli cadde sui colori delle scene. In seguito a una lezione di fisica sulle luci, notò anche il tipo di illuminazione della scena.
Non inventava nulla di nuovo, ma scopriva particolari, in anticipo non notati. Questa non era proiezione, ma successive scoperte dell’oggetto, stimolate da una nuova sensibilità via via acquisita.
Con Dio avviene qualche cosa di analogo: si scoprono in Dio nuove inflessioni, che aiutano a vedere ciò che prima non si era in grado di vedere.
La proiezione vede nella divinità ciò che l’uomo immagina di vedere; anche un animale o una persona corrotta: da qui nascono tutte le forme di idolatria.
La progressiva scoperta è un dono di Dio e della nostra natura. Scoperta, che è certa, se confrontata con il Vangelo.