Sacerdoti, e non clero?

Sacerdoti, e non clero?
“Voi siete stirpe scelta, sacerdozio regale, popolo che Dio s’acquista” (Pt 2, 9). Questo troviamo scritto nella lettera di S. Pietro (Parola di Dio!). Pietro vede in tutto il Corpo di Cristo la presenza del sacerdozio regale. Il cristiano è sacerdote per “costituzione”.
S. Paolo nell’enumerare gli “incarichi” nel Corpo di Cristo, ricorda: apostoli, profeti, dottori, prodigi, guarigioni, assistenza, governo, lingue. Non c’è un accenno ad eventuali “sacerdoti” sebbene Paolo conoscesse bene la struttura del popolo ebraico.
Non si può negare che Paolo conoscesse la “santa cena”. “Quando vi radunate insieme …”. E poi alcuni enumera gli errori commessi durante la cena, errori che si devono addebitare agli individualismi.
Paolo non restringe ad un ceto di persone la capacità di “esercitare il sacrificio”. Egli invita ogni cristiano a “offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo, gradito a Dio, come culto spirituale” (Rm 12, 1). Sembra quasi che egli voglia ridestare nei suoi la coscienza del loro “sacerdozio regale”.
Rifacendosi a usi ebraici e pagani, a poco a poco la fondamentale capacità del Corpo di Cristo, fu vista sempre più chiaramente nell’ufficio di una o più persone (vescovo, anziani).
Oggi, in Europa, il numero di sacerdoti scelti e “ordinati” secondo un “certo” criterio, si va esaurendo. Che non sia forse questa situazione un invito provvidenziale, non a sopprimere il sacerdozio, ma a rivedere la presente posizione del “clero”, come detentore esclusivo di alcune funzioni necessarie nella Chiesa di Gesù?
06.11.18