Tesoro di Dio

Tesoro di Dio!
Durante la Messa, il Padre Nostro, che siamo invitati a pregare assieme, è introdotto con un soave invito: pregare il Padre con la libertà e la confidenza di figli.
I salmi ebraici, che si sono infiltrati nella liturgia cristiana, hanno un altro sapore, perché ci fanno rivolgere non a un Padre, ma a un Signore.
Quando mi appare il Padre, con lui mi appare l’amore, la benevolenza. Perfino un padre, tra i nostri, quando si lascia intenerire dal sentimento, sa che il figlio, cui si rivolge, è il suo tesoro. Termine questo frequente sulle labbra delle madri: “Il mio tesoro!”.
Un figlio è un tesoro per il suo genitore. Io sono il tesoro di Dio! Non è una bestemmia, è la realtà. Se il Padre è falso, creduto solamente tale, perché ci vogliono tacciare come figli falsi, cioè adottivi, allora la distanza da lui è ovvia. In questo caso dovrei parlargli con timore e tremore, come ci indica l’Antico Testamento. Ma se il Padre è vero, perché ci ha generato, nello Spirito Suo (vedi S, Giovanni), allora il timore è cacciato dalla fiducia, dalla confidenza e dalla libertà.
Certamente ci spezza il cuore di commozione (anche questa frutto dello Spirito del Padre in noi) essere “sicuri” di viverci come “tesori del Padre”. Essere nella sua “famiglia”.
L’avvicinarmi ad un’altra persona, mi fa accostare a un tesoro del Padre.
È troppo? Non so. So soltanto che è vero, che nella contemplazione posso percepirlo e assaporarlo.
Gesù ci assicura: il Padre vi ama. Quindi non può non amare da Padre. E tutto questo non è fantasia, se per noi le parole di Gesù sono vere e creatrici, come nell’Eucarestia!
19.10.18