Utilizzare tutto

Utilizzare tutto
Una congiura contro di noi, la perpetrano, l’educazione, la società e anche la psicologia. Esse tentano di raschiare le miserie accumulate durante l’esistenza: le paure, i limiti, i difetti, i peccati, le ignoranze, le “difese psichiche” ecc. Vogliono renderci perfetti, senza limiti, tutti lindi e potenti.
E intanto rimangono in noi le strettoie, le ferite del passato, i limiti (nonostante l’assertività). Perfino i ministri vogliono cancellare malattie, delitti e profughi. Evidentemente tra i profughi vogliono anche cancellare quel vecchio profugo, che qualche secolo fa s’era rifugiato in Egitto. Proprio lui disse di essere stato accolto in chi pellegrinava (“ero straniero” secondo il greco “xenon”).
Insomma tutte le ferite, psichiche o fisiche, lasciano la cicatrice, soprattutto quella psichica, che non si può cancellare del tutto, mai.
Le cicatrici corporee possono essere cancellate dalla chirurgia estetica. Quelle psichiche? Restano lì, o si possono utilizzare, come ogni scarto? Perfino certi direttori spirituali indicano di metterci una pietra sopra. Però sotto la pietra rimangono, non si cancellano. Ci sono, sebbene attutite, ma poco o tanto influenti. Comunque sempre patrimonio personale, nelle loro ombre e nelle loro luci.
Gesù ci indica la prudenza. Una delle parti della prudenza è l’astuzia. Si tratta di imparare a utilizzare tutte le forze che stanno dentro di noi, e non di sopprimerle. Si sopprimono solo con la fantasia, e quelle rimangono. È “astuto” utilizzarle bene.
14.07.18