Volle vicini i suoi

Volle vicini i suoi
Vivere la Pasqua, vivere della Pasqua. Ossia vivere la Risurrezione di Gesù, pregustando in essa la nostra risurrezione.
La comunità si raduna per ritrovarsi nel risorto. Il mondo è paese e ogni comunità cristiana è la nostra comunità e ogni messa è la nostra messa.
Eppure altro è vivere la Pasqua assieme con persone che conosciamo e che solitamente fanno la messa con noi; altro sapore è la messa, pur essendo lo stesso Gesù presente, tra sconosciuti, uniti tra di loro dalla stessa fede, ma non dallo scambio di emozioni affettive.
Gesù si era espresso così con i suoi: “Ho tanto desiderato vivere la Pasqua con voi”. Addirittura chiede ospitalità non tanto per vivere la Pasqua con l’ospite, ma proprio con i suoi.
Sembra talvolta che la Pasqua sia davvero “dove vuoi”, mentre il Natale sia tra i “tuoi”.
Per più di uno Pasqua, che per aiutare i credenti è giorno di festa, sia solamente il rito vacanziero della gita, o il passare il tempo con i consanguinei.
Gesù non ha radunato i “fratelli” di sangue, ma i suoi avvinti a lui dalla sua parola e dalla sua persona.
Talvolta si ha l’impressione che la vera Pasqua non sia il cibo eucaristico, ma il panettone o l’uovo di cioccolato. Gesù, nella sua bontà, vola sempre sulle nostre mense anche pasquali, ma desidera che noi voliamo verso la sua mensa, noi, cioè quei suoi che sono legati tra di loro, vincolati dalla presenza di Gesù.
Per osservare il precetto ecclesiastico è bastante assistere a una messa: ed è bene. Però radunarci per vivacizzare la “nostra” mensa, è meglio.
20.04.19

Amare Dio

Amare Dio
Amare Dio con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutte le energie. È il primo e più grande precetto. Il secondo è simile a quello.
Quante volte, leggendo il Vangelo, ci siamo incontrati con queste parole.
Amare Dio con tutto l’affetto. Eppure questo buttarci nel Padre, non lo sentiamo ancora. Pur riconoscendo che il Padre ci ama perdutamente (infinitamente!), non troviamo in noi la corrispondenza a un simile amore.
Ricordo P. Pio, che diceva di sé, che al pensiero dell’amore di Dio, si sentiva ardere.
Ma noi (forse solo io, non so) non proviamo la dolcezza, quasi dolente, nell’amare il Padre. Sarebbe così bello poterlo fare!
Grazie al Padre, abbiamo due possibilità di amore!
La prima immensa possibilità ci è donata dal Padre, che per essere amato “infinitamente” da noi, ha inserito in noi il suo stesso Spirito, che rende noi figli adeguati al Padre, grazie alla nostra partecipazione di Gesù: vite e tralci. In noi continuamente lo Spirito ama il Padre, se noi non contristiamo lo Spirito. Questo è certezza, grazie alla fede.
La seconda è più umile, ma è per noi sempre realizzabile: il perderci nel desiderio di amare il Padre. Il desiderio è sempre a nostra disposizione. Ogni volta che Gesù ci assicura che “il Padre vi ama” si ridesta la commozione e, assieme a essa, si accende il desiderio di amare il Padre, che ci ama.
Il desiderio si fa richiesta: chiedete e riceverete il suo Spirito.
25.04.19

Il sangue dei martiri

Il sangue dei martiri
Soffriamo a causa degli attentati mortali a danno dei cristiani proprio il giorno del Cristo Risorto.
Eppure…
Sanguis martyrum, semen christianorum. Il sangue dei martiri genera nuovi cristiani. È un detto antico.
Si soffre perché certe persone pretendono di onorare il Dio creatore, che mantiene vivo e funzionante il mondo (Allah è grande), contrastando la presenza della vita di Dio, dentro il vissuto umano e cristiano.
Però, alla nostra fede, anche questa pagina vile (persone inermi) e blasfema (azione contro Dio della vita), crea in noi credenti, quasi l’orgoglio di appartenenza: il potenziale di vita e di gloria, di noi chiesa, è rafforzato dalla presenza di nuovi santi. Il martirio salva e santifica: salva i martiri, accolti in cielo, e santifica la chiesa vivente e pellegrina sulla terra.
Sembra un assurdo, eppure l’aumento dei martiri rafforza la chiesa. Per conseguenza, accende la nostra gioia pasquale, aumentandola di nuova santità.
Quei persecutori credevano di spegnere la bellezza di questa chiesa pellegrinante, e invece ne hanno aumentato la bellezza. Beati i perseguitati per il Regno dei cieli. Si immaginavano di creare degli sconfitti e hanno trovato dei vincitori.
Hanno intinto le loro vesti nel sangue dell’Agnello. I parenti e i concredenti di quei martiri, attraverso le lacrime vedono la gloria di Dio.
La Pasqua non è questa? Attraverso la Passione Gesù entra nella gloria.
23.04.19