Orizzonti etici

Orizzonti etici

È un bene o un male avere intriso di motivi cristiani il diritto occidentale?

Nella comunità cristiana delle origini, le liti e le pendenze tra due credenti dovevano essere risolte all’interno della comunità. S. Paolo rimproverava quei credenti, i quali per avere giustizia adivano ai magistrati pagani. Questi erano inesperti per quanto riguardava la dinamica interna ai gruppi cristiani. Quando poi, dal secolo quarto e in seguito, la fede cristiana si trasforma in “religione” e questa perfino in “religione di Stato”, le usanze interne ai gruppi cristiani si espandono e il diritto ne viene impregnato.

Questo comporta una parità tra esigenze dei fedeli e leggi dello stato. Lentamente le esigenze dei fedeli, in molti settori, diventano non necessarie e lasciate in oblivione, per evitare il doppione, fino a tacere, spesso, davanti ai dettati giuridici.

A questo punto il dettato giuridico si riveste di una certa assolutezza, sottolineata in modo energico dopo il periodo dell’Illuminismo. Tanto assoluto da sconvolgere certe esigenze cristiane, che ritornano, quasi esuli, nel grembo della precettistica cristiana. Oggi, praticamente, siamo ritornati, sotto molti aspetti (compreso quello delle persecuzioni) alle misure della chiesa delle origini.

L’aver affidato la fede alla cristianità, ha procurato una situazione di pericolosità della fede. Il periodo gregoriano, che sembrava aver esaltato il “potere” della Chiesa, in realtà ha iniziato il depauperamento del senso evangelico. Non per nulla Gesù aveva messo in guardia i suoi, perché non fossero come i potenti di questo mondo.

07.09.14