Più vizi, meno civiltà

Più vizi, meno civiltà
Solitamente il progresso della civiltà di misura dal progresso della tecnica: dalla pietra, al bronzo, all’elettronica. Più tecnica, più civiltà.
Ma è proprio così? Non è forse nel progresso di umanità? Più “persona” rispettata e promossa, più civiltà? Io non mi trovo nel lodare solo la tecnica evoluta, dove c’è il disprezzo della persona. Nei Romani grande tecnica nell’erigere monumenti imperituri e nello stendere strade sicure e commerci fiorenti, e poi il grande divertimento collettivo nel godere, nel circo, l’ammazzamento di persone, per il gusto dell’ammazzare.
La civiltà si misura sul modo di divertirsi. Anche oggi. Dove sta la civiltà nelle orge, nei postriboli, nella droga, nel disprezzo del diverso, nel commercio e nella finanza che affamano intere popolazioni per la pancia di altre, la supremazia di razza, e la guerra santa dell’ISIS?
Tempo fa c’era stato un vero progresso di civiltà, quando era bandito l’amore vero per tutti, la proibizione di “uccidere”, l’aiuto ai poveri, il superamento della pretesa che l’uomo fosse il culmine di ogni realtà, ed altro. Quando quella civiltà si propagava, le persone erano sicure e rispettavano la vita di tutti, dal piccolo all’anziano.
Oggi questa civiltà sembra tramontare, per ritornare a prima di quella autentica rivelazione civile, e al progresso per il vero bene della persona. Corre il grave pericolo di ritornare alla barbarie, seppure con giacca e cravatta … e … telefonino.
Solo Dio ci può… mantenere e salvare.
06.08.18