Opera di Dio

Opera di Dio

In tempo di crisi da Covid – 19 mi torna alla mente e alla meditazione l’episodio descritto nel capitolo 9 del Vangelo di Giovanni.

Accanto al cieco dalla nascita i discepoli (evidentemente non giunti ancora agli esami di maturità) chiedono a Gesù: “Chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché nascesse cieco?”  Già una irrazionalità si annida nella domanda: una persona che riesca a peccare ancor prima della nascita. Ma la domanda rivela una eziopatogenesi di quel tempo: ogni male è conseguenza del peccato, perché ogni peccato è somministrato da satana.

La risposta di Gesù, invita a considerare il male, come occasione di “Gloria  di Dio!” “Né lui. Né i suoi genitori hanno peccato, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio!” Il male visto dunque come occasione della manifestazione delle opere di Dio,

E’ incomprensibile, anche scientificamente, il cercare il prima, le cause; però Gesù ci indica di considerare il dopo. Non per nulla i teologi, di solito bene informati parlano di “escatologia”.

Però il “dopo” di Gesù si identifica con il suo presente, con la sua energia   redentiva: opera di Dio!

Il Vangelo presenta i malati, i quali muovono dalla loro malattia per nutrire la fede in Gesù, accompagnata dalla speranza di guarigione.

Dinamica: malattia, fede, speranza, guarigione. Vale anche per noi?