Vangelo e kharma

Vangelo e kharma
Una volta si parlava dello spirito occidentale, intriso, volente o nolente, di eredità cristiana. Oggi, nella grande evoluzione della civiltà occidentale, debitrice al Rinascimento e al razionalismo, ci si innalza al kharma: occidentali’s kharma.
L’oriente si impone come nuova epoca civile, per quanto civile sia. La globalizzazione (quella che nei tempi ormai passati era cattolicità) si appropria di ogni cultura e sceglie quella che più gli aggrada, senza senso critico, ma con i nuovi criteri utilitaristici: dal cervello alla pancia. Proprio come avviene nella politica. Dal ragionare al gridare.
Il kharma come spinta e norma, come successione (anche di vite trasmesse in altre vite), come rivolgimenti nell’esistenza di tutti i giorni. Il kharma occidentale non è filosofia, ma sottomissione alla tecnica, vanto dell’occidente, ormai assunto dall’oriente e dal mondo. Proprio il vanto occidentale è rapito dal mondo, mentre il valore dell’occidente, cioè una civiltà intrisa di cristianesimo, a stento è assimilato dal Nuovo e dal Nuovissimo mondo.
Così si sostituisce un valore che dinamicamente tende a sfociare nell’eterno, con un valore che ricade sulla terra in un ripetersi indefinito nel tempo.
Eppure c’è una strada per instradare ogni civiltà e ogni valore nello scorrere verso l’eterno. La strada è Gesù, il suo entrare in ogni “kharma” per immettere in esso il tarlo della risurrezione. Gesù non è cancellabile, ma tutt’al più dimenticato. Egli rimane definitivamente, sebbene non sempre manifestamente, nelle pieghe dell’evolversi umano.

05.04.17