Teniamoci l’Eucarestia

Teniamoci l’Eucarestia
Talvolta noi, che arranchiamo a valle, non riusciamo a capire coloro che stanno sui monti. Qui sudditi tenuti all’oscuro, lì luci che soltanto loro vedono. È poi vero che Dio ha creato uomini con occhi diversi?
In alto si decide, in basso si esegue, altrimenti sono guai.
Sono perplesso: in una rivelazione privata Gesù indica le messe come aiuto alla sua stessa opera. Contemporaneamente in non poche diocesi cattoliche i vescovi decidono di diminuire il numero delle messe. Addirittura portando il motivo di diminuire le messe per far più spazio alla Parola. Lutero era su questa linea, tant’è vero che ridusse la messa (con Gesù presente) al culto (composto di preghiera e di sermone).
Spero che la presenza di Gesù nell’Eucarestia non disturbi la mente dei pensanti. Nella storia della Chiesa questo disturbo si è avverato altre volte.
Una curiosità desta il sentire certe motivazioni: togliere spazio all’Eucarestia, per fare spazio alla Parola. Quasicché tra Parola ed Eucarestia ci fosse una tetra concorrenza, e non due modi con cui Gesù è presente nel mondo: “Fate questo in mia memoria” e “Andate e istruite i popoli”, sono frasi che i Vangeli attribuiscono alla stessa bocca: quella della verità eterna fatta uomo in Gesù. Cielo e terra passeranno, le mie parole non passeranno.
Forse, per non turbare l’ecumenismo si vuol esaltare il culto e deprezzare la Messa. Non è possibile, né questo, credo, è nelle intenzioni dei moderni riformatori.
11.10.17

Teniamoci l’Eucarestia

Teniamoci l’Eucarestia
Talvolta noi, che arranchiamo a valle, non riusciamo a capire coloro che stanno sui monti. Qui sudditi tenuti all’oscuro, lì luci che soltanto loro vedono. È poi vero che Dio ha creato uomini con occhi diversi?
In alto si decide, in basso si esegue, altrimenti sono guai.
Sono perplesso: in una rivelazione privata Gesù indica le messe come aiuto alla sua stessa opera. Contemporaneamente in non poche diocesi cattoliche i vescovi decidono di diminuire il numero delle messe. Addirittura portando il motivo di diminuire le messe per far più spazio alla Parola. Lutero era su questa linea, tant’è vero che ridusse la messa (con Gesù presente) al culto (composto di preghiera e di sermone).
Spero che la presenza di Gesù nell’Eucarestia non disturbi la mente dei pensanti. Nella storia della Chiesa questo disturbo si è avverato altre volte.
Una curiosità desta il sentire certe motivazioni: togliere spazio all’Eucarestia, per fare spazio alla Parola. Quasicché tra Parola ed Eucarestia ci fosse una tetra concorrenza, e non due modi con cui Gesù è presente nel mondo: “Fate questo in mia memoria” e “Andate e istruite i popoli”, sono frasi che i Vangeli attribuiscono alla stessa bocca: quella della verità eterna fatta uomo in Gesù. Cielo e terra passeranno, le mie parole non passeranno.
Forse, per non turbare l’ecumenismo si vuol esaltare il culto e deprezzare la Messa. Non è possibile, né questo, credo, è nelle intenzioni dei moderni riformatori.
11.10.17

La protezione dell’Eucarestia

La protezione dell’Eucarestia
Gesù dominava gli “spiriti impuri”, tanto che gli comandava di andarsene, di uscire. Erano le esorcizzazioni. Tale facoltà Gesù la trasmise anche agli apostoli, che però non sempre riuscivano a liberare le persone, perché il loro esorcismo mancava talvolta di “preghiera”, ossia di utilizzare la forza dello Spirito.
Dove c’è Gesù, ivi la vittoria sullo spirito del male è sicura.
Spirito del male non è solo quello che noi pensiamo sia la “persona” del satana, ma è diffuso sulle “potenze” del male.
Gesù è l’antagonista del male, e non solo concede ai discepoli un potere, ma addirittura concede se stesso alla sua chiesa, a noi. La completa concessione di sé del Cristo, trova espressione vera ed esplicita nell’Eucarestia. Nella comunione noi “assorbiamo” tutto Gesù, con la sua potenza illimitata, divina del risorto.
Le persone che si lamentano di sentirsi invase da satana, si accostano con fede all’Eucarestia, oppure trascurano l’Eucarestia per recarsi dall’esorcista? Non che l’esorcista produca effetti negativi, ma nell’Eucarestia incontriamo quel Gesù, che è libero da satana, e dona il potere di liberarsi dal diavolo.
Anche i bravi esorcisti sanno distinguere le malattie psichiche (tra le quali l’isterismo) dalla presenza di Satana. Però una cosa è sicura: dove c’è Gesù e il suo Spirito, non possono esserci satana e lo spirito del male.
Amare Gesù, amare il Padre, in ogni circostanza. Dove c’è l’amore (e non la paura del satana) ivi c’è Dio. Poiché la vera opposizione si situa tra l’amore e l’odio, frutto del male.
21.12.17

Eucarestia ristretta

Eucarestia ristretta
Due sono le manifestazioni della presenza di Gesù con noi, manifestazioni supportate vitalmente dallo Spirito Santo: Parola di Dio e Corpo di Gesù. La prima è espansa nel cristianesimo, la seconda è attuata nell’Eucarestia. Gesù manda i suoi a predicare a ogni creatura; questa “predicazione” quindi è aperta al mondo. Oggi gli uomini l’aiutano con le tecniche moderne. La parola è per il mondo, mentre l’Eucarestia è per la sua chiesa. L’impedire, comunque, l’Eucarestia, alla quale hanno diritto i credenti in Gesù, è offesa chiara a Dio e alla Chiesa.
L’Eucarestia è il legame della comunità cristiana, che nell’Eucarestia sperimenta anche l’avverarsi della parola di Gesù: “Sarò con voi”. All’Eucarestia sono invitati tutti coloro che credono a Gesù. L’annuncio è rivolto a tutti, affinché facciano parte nella fede al bene dell’Eucarestia.
Oggi sembra che si avveri un allontanamento dall’Eucarestia, anche con il diminuire il numero delle messe, anche là dove ci sono le condizioni per poterle realizzare.
Succede allora che quell’Eucarestia, voluta da Gesù per unire i suoi, sia usata per dividere i credenti, non solo dentro la cosiddetta Riforma, ma anche dentro l’Ortodossia e il Cattolicesimo.
Il rifugiarsi dell’attuazione dell’Eucarestia nell’ambiente domestico, è evidente nei periodi di persecuzione, ma può anche indicare il reciproco: dove si restringe l’Eucarestia, ivi c’è una persecuzione.
23.10.17

Eucarestia e salvezza

Eucarestia e salvezza
Gesù, il nostro Amore che salva, ha voluto restare con noi nell’Eucarestia, perché ha voluto esplicitare con la sua presenza concreta, il suo essere nel cristiano, il Figlio di Dio che ancora ama il Padre sulla terra.
La nostra gioia nel fare Eucarestia, deriva sì dall’accogliere Gesù e la Trinità in noi (i teologi la chiamano circuminsessione), ma è anche uno stimolo forte e dolce, nel sentirci ravvivare e consolidare del nostro essere preghiera dello Spirito nella Trinità.
La nostra semplice presenza tra la gente (mercato, ufficio, famiglia…) è uno sprigionare Dio tra gli uomini. Non ha senso il suicidio, che priva un modo della potenza di Dio non solo nel suicida, ma nel mondo. Un vecchio modo di dire, affermava che il credente è il “tabernacolo contenente Dio”. Oggi ci si accorge che il nostro piccolo tabernacolo personale, o il nostro più ampio tabernacolo ecclesiale, sono centrali di grazia per il mondo. L’Eucarestia e il Vangelo sono la necessaria “ricarica” di tali centrali, che, collocate nel tempo, corrono il pericolo di esaurirsi. Quindi, in quanto è possibile e perfino contro una mentalità che sta intaccando anche una certa fascia della casta, il ricorso frequente all’Eucarestia e al Vangelo sono necessarie alla presenza attiva di Gesù sulla terra.
Ma ecco la profonda tristezza di Gesù: “Quando ritornerà il Figlio dell’Uomo, troverà ancora fede sulla terra?”. Tocca a noi, che amiamo e comprendiamo Gesù, consolarlo.
14.10.17

Eucarestia dilatata

Eucarestia dilatata
Certamente il punto massimo dell’incontro con le persone, che credono in Gesù, è il loro congiungersi tra di loro con Gesù Eucarestia, nella stessa realtà. L’Eucarestia ci fa compiere ciò che Gesù ha voluto. L’Eucarestia non è un atto, ma una condizione permanente, perché l’unione con Gesù non si esaurisce con il dissolversi dell’ostia o del vino. La vita del cristiano è un prolungarsi dell’Eucarestia, perché è un prolungarsi della presenza di Gesù nel credente.
Se l’Eucarestia è un sublime incontro, ogni incontro tra i cristiani è una specie di “prolungamento” del grande mistero eucaristico. L’incontro delle persone faccia a faccia, l’incontro della reciproca preghiera anche fatta a distanza di chilometri tra le stesse persone. Ultimamente può realmente entrare anche l’incontro tra persone, tramite lettera scritta, o lettera elettronica.
Per un credente, che vuol comunicare con un fratello nella fede, nella speranza e nella carità, anche il computer può essere veicolo “eucaristico”, cioè veicolo di comunicazione e di comunione in Gesù.
Chi aiuta a comunicare, prepara la comunione, o aiuta, può essere un sacrestano, e anche un tecnico elettronico. Tutto è avvolto dallo Spirito, che non solo attua la santificazione del pane e del vino, ma è anche presente a tutti i connessi con l’Eucarestia: quelli che preparano e quelli che curano le dolci conseguenze dell’incontro eucaristico.
Viviamo in un contesto eucaristico dilatato nel cosmo. Quanto sono miseri quelle persone, responsabili (?!) e non, che restringono l’Eucarestia!
24.11.17

Eucarestia assieme

Eucarestia assieme
Più di una persona, durante questo mio periodo di “profugato” dal Tempio di S. Lorenzo, chiedono a me o alla mia collaboratrice nel settore missionario, se e dove faccio la messa, per potervi partecipare.
Per il momento, la messa in una chiesa, dopo una mia richiesta, mi è stata negata. Ogni giorno però ho la grande consolazione di poter celebrare una “messa domestica” e quindi non privo la chiesa e il mondo di un’immensa grazia che Dio dona, non solo a me, ma al mondo. La chiesa si enuclea nell’Eucarestia, nella presenza sacramentale di Gesù, da dove si irradiano i sacramenti e l’energia della Parola.
La forza della Parola, conduce a Gesù, e quindi al Gesù Risorto nella comunità dei credenti, e dall’Eucarestia si inserisce nei credenti nuova energia per vivere e per annunciare la Parola. La nostra immisurabile ricchezza, che non si trova in altre religioni e perfino in alcune confessioni cristiane, è Gesù presente in modo particolare nell’Eucarestia. Questo è il dono, che noi credenti possiamo comunicare a tutti.
Da qualche parte, odo, che si vuol “diminuire” l’Eucarestia, per rafforzare la Parola. E così si rende anemica la Parola stessa. Gesù è Parola umanizzata, una parola non è semplice flatus vocis, un fiato vocale, ma è persona vivente, che nell’Eucarestia permane con tutta la grandezza della sua Persona e della sua verità.
La “persecuzione” attuale contro l’Eucarestia, che si è infiltrata nella chiesa, non può produrre che male e responsabilità
30.10.17

Grazie per l’Eucarestia

Grazie per l’Eucarestia
Ormai leggo e odo da molte parti l’infiltrazione massonica in alcuni preti e in alcuni vescovi, come è stato detto pubblicamente nel recente incontro cattolico-massonico in Sicilia.
Fino ad oggi ho atteso chiarificazioni o smentite. Certamente è difficile individuare eventuali nomi, data la solida segretezza della setta.
Il codice di Diritto canonico è esplicito: scomunica, ossia netta separazione tra cattolicesimo e massoneria.
Una delle direttive, tra le molte, che il Gran Maestro della Massoneria, ha indirizzato ai vescovi cattolici massoni, è quella di dissacrare l’Eucarestia, a iniziare dal dichiarare che non esiste la presenza reale di Cristo. Lo scopo: favorire l’ecumenismo con i Protestanti.
Il povero Gesù, maltrattato sopra ogni modo fino alla crocifissione, ora lo si vuol maltrattare anche dopo la sua vera e gloriosa risurrezione.
Forse la diminuzione del numero delle messe, pur con un numero di sacerdoti più che sufficiente, può entrare in questa indicazione massonica? E se non è per aderire ai diktat massonici, almeno gli si è al fianco.
A chi crede, mi sembra sia opportuno ricordare che proprio con la frequenza alla Messa si vive uniti a Gesù, e al riparo di certe tendenze odierne antieucaristiche.
Certamente l’allontanarci da Gesù Eucaristico, è allontanarci dal cuore della Chiesa e dal cuore di Dio, che ha inventato, con somma creatività, la presenza di se stesso, nel pane e nel vino santificati, e donati come forza e come consolazione.
13.11.17

Eucarestia e unità

Eucarestia e unità
La Chiesa nasce dall’Eucarestia ed è mantenuta unita a Gesù e al Padre, grazie all’energia “prodotta” dall’Eucarestia. Papa, vescovi, presbiteri non fondano l’unità della chiesa, ma essi sono i fomentatori di unità in quanto “funzionari” (?) dell’Eucarestia. L’unità di noi chiesa non è fondata sui servi (ministri) dell’Eucarestia, ma sull’Eucarestia stessa, alla quale i ministri servono per servire Gesù, l’unità dei fedeli, tramite la sua presenza eucaristica.
Fare Eucarestia è fare chiesa unita. Tutte le attività per attirare e per conservare l’unità dei fedeli, fuori dell’Eucarestia, hanno un senso sociale, ma non fondano l’unità in Gesù e nel Padre, grazie alla presenza dello Spirito Santo, che può anche servirsi della collaborazione di uomini: Paolo si dichiara collaboratore di Dio.
Il deprezzare l’Eucarestia, servendosi di essa per altri scopi (radunate, funerali, ecc.) è un cattivo uso dell’Eucarestia, mentre l’azione eucaristica dona vita, sapore, senso a qualsiasi azione dei fedeli.
Le manifestazioni che si servono della Messa per attribuire solennità all’evento, sono commoventi tentativi per ricordare che la “celebrazione” della messa è una delle importanti (e, purtroppo, anche solenni) azioni del cristianesimo, ma difficilmente ne esprimono l’intima energia comunitaria e comunionale.
L’Eucarestia vissuta con due persone, oppure con la piazza di S. Pietro gremita, riveste la stessa forza di Dio che unisce, se i presenti sono “presenti” al Cristo che sta unendo i suoi.
La chiesa essenzialmente è Eucarestia, e l’Eucarestia è essenzialmente chiesa unita nella persona e nel mistero di Gesù, che tramite il pane diventa unica vita di tutti i presenti.
17.02.18

Figli risorti

Figli risorti
Purtroppo nel mio agire non sempre tengo presente la mia qualità essenziale: sono figlio di Dio, risorto.
Noi fratelli di Gesù, attuale, glorioso. Paolo: Voi siete risorti e la vostra vita è già nascosta con Cristo in Dio.
Camminare per la strada da risorto è diverso dal trascinare i passi da vecchio indebolito. Sono le due cose, tutte e due reali. Figli di Dio per dono del Padre, risorti per contagio sublime di Gesù. Noi siamo figli, sebbene soltanto dopo vedremo ciò che già da ora siamo, proprio quando vedremo Dio. Con i nostri occhi? Sì, nostri ma trasformati da fede in visione.
Intanto è gioioso e consolante, camminare da risorto, scrivere da risorto, vedere le cose da risorto, tanto che esse, viste da figli del Dio creatore, sono bellissime e grandi, viste da risorti sono bellissime e meno grandi, non perché non valide, ma perché valide con i limiti.
La risurrezione non ci vede disprezzanti le realtà tuffate nel tempo e transeunte, ma apprezzanti in una luce diversa, con l’animo dolcemente staccato in un volo sulle cose e sulle persone. Non è disprezzo, ma è dolce condivisione con i limiti degli altri, e bella condivisione con la loro grandezza di risorti nel Cristo.
Il mondo, visto dai risorti, si riveste di luce diversa, perché, come dice Paolo, anche esso attende la struttura definitiva. Non è disprezzo del mondo, ma assunzione del mondo nell’attesa che la nostra risurrezione squaderni tutta la sua luce.
Siete risorti con Cristo. Perché percepiamo così poco la nostra risurrezione?
15.12.17