Oltre la creazione

Oltre la creazione
Creare, per Dio, è facile: disse e fu fatto. Tanto più che Dio crea amando e per amare la sua creatura. Un amore che si esprime anche nell’ammirazione: e vide che era una bella realtà. La madre che partorisce, dopo la sofferenza, gioisce perché è nato un uomo: lo dice Gesù. In situazione diversa, l’artista che crea, poi gode guardando o ascoltando la propria creazione.
Però avviene qualche cosa in Dio, che non è solamente “creare”. Avviene in Dio un divenire uomo, un superamento della creazione del mondo. Avviene il suo diventare uomo: divenne carne e si fermò tra di noi. Anche questo richiama il Dio creatore, ma in un piano nuovo. È un quasi “ricrearsi come uomo, dopo esser già Dio nei secoli”. Paolo addirittura dice che Dio, in Gesù, si svestì della divinità per essere uomo.
Non so che cosa significhi per Dio tutto questo. Attendo e lo saprò. Certamente è un nuovo modo di essere Dio, nel Figlio divenuto carne.
Diventato carne, ossia entrato nella posizione più misera dell’umanità: nella sua debolezza, nella sofferenza, nell’umiliazione.
Perché Dio fece questo? Per il gusto di uno sport diverso, come di diceva degli dei dell’Olimpo? Ma gli dei dell’Olimpo, si divertivano nel loro egoismo (seppure esistevano!). Il Dio che diventa carne, lo fa per amore.
Carne e amore. È un’endiade che i corrotti usano, non sapendo quale è davvero l’amore. Per il fedele è trovare Dio, che ama, nella propria vita, è aprire al respiro della Bellezza infinita, la povera vita, che si riempie del Logos.
28.11.18